Harry Potter

essì, cominciamo da lui...

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  1. *ArwenUndomiel*
     
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    ...perché che lui ci piaccia o no, che lo vogliamo o no, è lui, Harry James Potter il protagonista della saga di mamma Rowling.

    Prima di partire con una disamina di questo personaggio, che spero di condurre con obiettività, diciamo chiaro quello che molte già sospettano. Ovvero, che non ho alcun motivo per odiare Harry, non particolarmente, almeno! In fin dei conti, essendo una snob Corvonero non nutro particolare avversione per i Grifondoro in genere, perciò è comprensibile :P

    Bando a questi deliri notturni dettati dall'ora e cerchiamo di tracciare un profilo di un eroe che la cara Row ha fatto di tutto per non far apparire tale, a partire dall'aspetto fisico.
    Come ci si presenta la prima volta Harry Potter?
    E' un neonato di poco più di un anno, divenuto famoso prima ancora di capire cosa volesse dire la parola "famoso"; e la sua fama nasce da un evento che definire tragico è riduttivo: ovvero la morte dei suoi genitori, James e Lily Potter, oppositori strenui di Lord Voldemort, il mago che stava per impossessarsi della comunità magica.
    Harry è famoso perché lui, un bambino, un infante, non viene ucciso dal più potente Mago Oscuro che la Storia della Magia abbia mai conosciuto. Non si sa, fino ai ftti narrati nel quinto libro, come abbia potuto sopravvivere ma questo lo rende speciale, unico e anche diverso.
    Il suo nome sarà conosciuto da tutti i bambini del suo vero mondo, quello della Magia, ma nel corso della sua storia lo troveremo spesso a maledire tale celebrità che gli è costata la morte della sua famiglia e il sacrificio di sua madre in particolare.

    Harry ha tutti i presupposti per crescere con un carattere problematico e instabile.Molto instabile.
    Viene allevato dai suoi unici parenti, una famiglia di Babbani della peggior specie: gretti, ottusi, la perfetta stilizzazione di una famiglia alto-borghese britannica; i suoi zii fanno addirittura credere ad amici e vicini di non avere un nipote, tengono Harry a dormire in un sottoscala per undici anni; lo vessano in ogni modo, gli mentono pervicacemente sulle sue origini e lo lasciano in balìa di un cugino odioso e viziato.
    Questo bambino non sa cosa sia l'amore di una vera famiglia; non ha amici, viene trattato alla stregua di un appestato e un giorno arriva via gufo una lettera bislacca, dalla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts...

    Sappiamo tutti poi come sia andata; da poco conosciamo anche la fine (almeno, queste sono le intenzioni della Rowling) della sua storia e la figura di Harry Potter è oggetto di lodi ma anche di critiche proprio per questo suo carattere impulsivo, a tratti infantile, che ricorda molto quello del padre che non era stato proprio un ragazzo perbene in gioventù.
    Harry non può essere equilibrato; un Mago Oscuro vuole la sua morte e non ha esitato a uccidere i suoi genitori, il suo padrino, Sirius Black e a perseguitare e dare la morte a molte delle persone che Harry aveva accanto. Ogni speranza di famiglia, di una vera casa, sono state infrante; la prima volta che Harry vede i suoi genitori è attraverso uno specchio magico e non può nemmeno sfiorarli. A undici anni.

    Vive perciò in maniera radicale i sentimenti, da quelli buoni a quelli cattivi. Trova due grandi amici, Ron ed Hermione, eppure non appena questi non gli fanno avere notizie subito scatta la paura dell'abbandono e la solitudine. Una famiglia intera, quella dei Weasley, praticamente lo adotta ma a volte l'amore eccessivo della madre di famiglia, Molly, lo soffoca e lo irrita; come accade a tantissimi adolescenti negli anni peggiori della crescita.
    Eppure, nonostante la morte, nonostante la tragedia e la caccia continua che gli dà Voldemort, Harry non perde la capacità di amare e nel corso dei suoi sette anni ad Hogwarts, imparerà anche a maturare e a convivere con un ruolo, quello del Prescelto, a cui rinuncerebbe volenieri per avere una vita normale.

    Come si è già intuito, Harry è un eroe ben strano; non è un mago dai poteri innati, per quanto abbia in sè i segni della Magia. Non arriva ad Hogwarts già maestro, deve anche lui imparare come tutti gli altri. E noi lo sappiamo bene, vero?Vogliamo forse ricordare la sua prima, disastrosa lezione di Pozioni con Piton?
    In più, ci viene mostrato sempre anche in atteggiamenti che di eroico poco hanno: nelle vacanze estive del suo terzo anno è chiuso in camera sua, sotto le coperte, a fare i compiti di nascosto; alla vigilia del suo sesto anno, ritroviamo colui che ormai viene chiamato il Prescelto addormentato contro il vetro della finestra, con la camera in condizioni penose e per di più, il nostro russa pure della grossa.
    Tutto questo serve a ricordare che di fronte abbiamo un ragazzo; solo un ragazzo. Lo si può amare od odiare, ma questo non toglie importanza a tale dato di fatto. In oltre, Harry può suscitare disappunto e anche di più perché riesce a scampare a Voldemort grazie alle persone che più lo amano; concetto ribadito più e più volte nel corso dei romanzi e che acquisterà sempre più peso con lo scorrere del tempo. Harry inzierà a capirlo da "Il prigioniero di Azkaban", dalle parole sferzanti del suo professore Remus Lupin che era stato grande amico del padre quando gli sbatte in faccia che se lui è ancora vivo lo deve al sacrificio dei suoi genitori. "Bel modo di ringraziarli", chiude così dopo averlo coperto nella sua ultima bravata, che poteva portare all'espulsione del ragazzo dall'unico posto che lui abbia davvero sentito come casa sua.

    E' compito degli adulti proteggere i bambini ma Harry non è mai stato veramente un bambino.Questo non giustifica ogni suo comportamento, eppure lo rende più umano e vicino a chi legge.
    L'Harry Potter dei libri è un ragazzino magro e mingherlino, dai capelli nerissimi perennemente in disordine, gli occhi verde chiaro; questi ultimi non sono brillanti smeraldi di ficcyniana memoria, ma semplici occhi verdi; il suo fisico magro non viene modellato dal Quidditch, nonostante lui vi giochi e con successo. Non è un adone dalla pelle abbronzata (in Gran Bretagna?!), non è un emo-boy coperto di piercing che passa dalla parte del nemico perché è solo e nessuno lo capisce.
    Non fa nemmeno girare la testa a tutta la popolazione femminile e anche maschile di Hogwarts e per avere un certo successo con la prima, devono trascorrere cinque anni.
    Ha un talento naturale per il volo, per la Difesa contro le Arti Oscure e detesta le ingiustizie, tratto preso dalla madre. Spesso agisce senza riflettere, con risultati noti a tutti noi, ma è generoso e coraggioso; conserva una purezza di cuore che gli sarà utile in molte, difficili occasioni.

    Il vero Harry Potter non ha nulla a che spartire con le idealizzazioni delle scrittrici fi fanfiction che lo venerano, e che magari lo trovano così "puccipuccilove" accoppiato a qualsiasi altro personaggio; non è un mago dai poteri eccezionali e innati, non è più intelligente e sagace degli altri. Ha, come tutti, pregi e difetti ma il suo Destino è già stato scritto. Però ha un'arma in più; conosce il valore della scelta, delle decisioni el'importanza di credere nell'amore, nell'amicizia.

    Ora la parola passa a voi, mie care e perrrfide consorelle. Alle prossime schede!

    Edited by *ArwenUndomiel* - 3/8/2007, 12:01
     
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    I'm too old to think your self-centered drama is cute.

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    Risponderò alla fine del settimo, mia cara... Sempre evitando spoilers.
     
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  3. steel_magnolia
     
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    Quoto ogni singola parola. Era proprio quello che intendevo tempo fa, quando sostenevo che la Rowling non avesse creato personaggi immuni da difetti. Harry è l'"eroe", ma contemporaneamente è anche un "antieroe", perchè profondamente umano. Non è perfetto. E' solo, ed è costretto a confrontarsi con qualcosa di troppo grande per lui. Tutti coloro che l'hanno amato e protetto vengono progressivamente a mancare nel corso della vicenda: i suoi genitori, Sirius, e da ultimo Silente. Non può non risentire della mancanza di amore che ha patito. Eppure, come Arwen dice, è capace di amare. E' uno dei miei personaggi preferiti (anche se so di essere in controtendenza), proprio perchè uno dei più umani e ricchi di sfumature.
     
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  4. Pipa_bella
     
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    Non mi sono mai soffermata particolarmente sulla psicologia dei personaggi della Rowling, in parte per pigrizia, in parte per un discreto disinteresse nei confronti di Harry Potter, negli ultimi due anni.
    Harry mi ha colpito, mi è piaciuto, nel sesto libro ha fatto e detto cose che sono, a mio parere, encomiabili.
    E' uno dei personaggi con cui più mi identifico, e non mi ha mai irritato. E' d'altronde vero anche che i personaggi che la Rowling descrive come "buoni" non mi hanno mai irritato! E io, di solito, sono una che si guarda i film e i telefilm odiando il protagonista!
     
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  5. Rincewind86
     
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    Dopo aver letto il settimo libro (ma non preoccupatevi, ne parlerò in termini estremamente generali) posso dire di avere molto rivalutato il personaggio di Harry.
    Nel quinto e nel sesto libro l'avevo odiato, perché caratterialmente lo trovavo odioso: petulante, egoista, sempre arrabbiato. Però, in effetti, dimenticavo che in fondo si trattava di un personaggio nel pieno dell'adolescenza, quindi il suo comportamento era quantomeno comprensibile.
    Nel settimo libro, infine, il personaggio arriva al culmine della sua evoluzione, riuscendo finalmente a maturare: si mette in gioco, si sente in colpa per gli altri... Paradossalmente in certi punti della vicenda si dimostra estremamente più adulto non soltanto di Ron, ma addirittura di Hermione.

    CITAZIONE (Pipa_bella @ 1/8/2007, 14:22)
    E io, di solito, sono una che si guarda i film e i telefilm odiando il protagonista!

    Anch'io! :woot:
    In tutti gli anime e i telefilm che seguo o ho seguito i protagonisti che mi piacciono sono davvero un pugno.
    Comprimari rule! ^_^
     
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    -...Ti saresti sentito Dio...- -...DIO NON ZOPPICA.- (House)

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    Pure io prima di dare un giudizio vero e proprio vorrei leggere il settimo libro, anche perché sono volutamente priva di spoiler ^^
    Devo dire di apprezzare Harry Potter come saga, anche se non sono mai arrivata alle vette di "amore" di tanti.

    Nei libri passati devo dire di non averlo mai proprio odiato (semmai non sopporto suo padre per i vari atti di bullismo che ha perpretato, mentre, per ovvi motivi, apprezzo Lily ^^), e pur non ritrovandomici a livelli assurdi, spesso mi sono sentita vicina a lui e ho capito cosa doveva provare.

    Più che altro, a darmi noia delle ficcyne (tralasciando grammatica e piattezza che caratterizzano minimo minimo il 70% di esse), è il modo in cui tolgono quell'alone di favola che gi ho sempre visto addosso.
    Forse dipende dal fatto che ho letto a nove-dieci anni il primo libro della saga, ma nella mia mente ho sempre visto questa saga come una specie di favola, dove non c'è posto per la malizia fine a se stesse e cose del genere.
    Insomma, quando penso al personaggio di Harry Potter lo vedo com'è ritratto nelle (poche) immagini del primo libro: un ragazzino coi trati del viso appena accennati, il fisico mingherlino e questo cespo di capelli che vanno da tutte le parti.
    Con il dono di saper fare magie e il privilegio di studiare a Hogwarts, una scuola dove ti invitano via gufo e dove ti insegnano a volare sulle scope.

    In queste immagini mi spiace ma tutto quello sbrodolio di ormoni non ce lo vedo, affatto. Come ho scritto qualche tempo fa, nel vedere la scena di volo su Londra del quinto film tra un po' mi commuovevo, perché in effetti è quella la cosa bella che ho sempre visto in Harry Potter.

    Edited by Mel-chan - 3/8/2007, 15:13
     
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  7. Dama Gilraen
     
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    Concordo con l'analisi di mia nuora ^^

    Io non ho mai odiato il personaggio di Harry, anzi, l'ho sempre trovato piuttosto vero.
    In piena adolescenza si fanno drammi e si dicono cattiverie per cose di nessunissimo conto; immaginiamoci cosa voglia dire non avere una famiglia o - meglio - averne una ma esserne pienamente rifiutato.

    Harry non ha avuto una vita facile in passato e non ce l'ha nel presente; considerato che è un adolescente non posso odiarlo, se fa cose prive di senso o azzardate.

    E' lo stesso motivo per cui non odio James nonostante la scena di Snivellus: si è comportato male, ma non posso dimenticarmi che quindici anni e che a quindici anni, parlo per me almeno, non si ha troppo cervello...
     
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  8. *ArwenUndomiel*
     
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    CITAZIONE
    In queste immagini mi spiace ma tutto quello sbrodolio di ormoni non ce lo vedo, affatto. Come ho scritto qualche tempo fa, nel vedere la scena di volo su Londra del quinto film tra un po' mi commuovevo, perché in effetti è quella la cosa bella che ho sempre visto in Harry Potter.

    Mel, non posso che quotarti.
    La magia, la fiaba; ecco cosa le Vestali o la "ficcynista media" (neologismo fresco fresco di giornata, sfornato parlando con la signora Lestrange davanti a un buon cappuccino con brioche) scordano sempre di mettere nei loro...lavori. E dire che è proprio questo il bello!E dire che aprirebbe porte a trame interessanti, infinite e incredibili!

    Anche io, come ha scritto la mia amata suocera (leggasi anche: la madre di quel gran figo di mio marito XD) non ho mai odiato Harry e l'ho sentito sempre vicino proprio perché è un ragazzo senza famiglia e rifiutato da quella che gli è rimasta. Non dico di vivere una situazione simile, anzi io al confronto con Harry sono molto fortunata, però so cosa significa sentirsi soli anche nella propria famiglia.
    Tengo un giudizio sospeso invece sul padre di Harry; sicuramente James a 15 anni era un ragazzo avventato, che amava avere l'attenzione generale su di sé ma gli atti di bullismo non posso giustificarli.Mai. Perché subirli è terribile, anche se sono cose piccole e apparentemente insignificanti; allo stesso tempo però mi contraddico da sola perché il bersaglio di Potter padre, ovvero Snivellus (signora Masini, sappia che la odio...ma sul serio), non è esattamente tra le mie simpatie per motivi complessi che illustrerò più avanti e uno che chiama i figli di Babbani Mudblood (non mi ripeto sulla signora prima citata...), non è certo mio migliore amico.


     
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  9. Dama Gilraen
     
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    Oddio, anche Piton quanto ad abuso di potere, coi suoi studenti, non scherza.
    La differenza è che nel caso di James erano quindicenne contro quindicenne; nel caso di Piton, invece, quarantenne contro ragazzino.

    James lo posso ancora ancora capire, anche se non lo giustifico; un professore che abusa del proprio potere no, visto che io ci sono passata e ne ho portate le conseguenze per parecchio tempo.
     
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  10. _Katerina_
     
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    L'analisi fatta da Arwen è ottima, e direi che ha centrato in pieno quello che è Harry Potter: un ragazzino che non ha avuto una vita facile, a cui si aggiunge l'adolescenza e un presente che lo mette di fronte a sfide assurde anche per un adulto.

    Però Harry non è mai stato il mio personaggio preferito, perchè per quanto possa capire perchè abbia determinate reazioni molto spesso le trovo irritanti. In particolare non mi piace il suo prendersela con tutti nel momento esatto in cui fanno qualcosa di diverso da quello che si aspettava senza sforzarsi di capire.
    Cose che, a conti fatti, sono normali per un adolescente: non voler ascoltare nessuno, litigare per un nonnulla... ma onestamente sono atteggiamenti che mi fanno venir voglia di prendergli la testolina e sbatterla ripetutamente contro il muro.
    Non posso farci niente: per quanto capisca ciò che porta Harry ad essere come è (tra vita ed ormoni non è messo benissimo) il suo carattere non è tra quelli che preferisco.

    Per quanto riguarda James e Piton: io parteggio per Piton.
    Come Arwen anche io ero vittima del bullismo, lo sono stata dall quarta elementare alle superiori.
    L'avere la stessa età non vuol dire niente: quando ti prendono per superiorità numerica e ti rendono la vita un inferno per sei giorni su sette, per anni, impari a tenere rancore per parecchio tempo, e non credo che potrò mai perdonare i miei compragni delle superiori: a quell'età non si è adulti, ma neanche bambini.
    Il "ma tanto erano ragazzi" è una delle frasi che più mi fa infuriare: essere vessati ogni santo giorno perchè "tanto erano ragazzi".
    Per me erano degli aguzzini, delle persone che ogni giorno mi hanno fatto detestare l'idea di uscire dal letto.
    Le cazzate che si fanno a quindici anni non sono l'umiliare una persona tutti i giorni perchè non ci piace, sono altre.
    Capisco e condivido il fatto che Snape detesti tutti i Malandrini. La scena del pensatoio è uno dei motivi per cui Sirius è sceso di moltissimo nella mia classifica dei personaggi preferiti.

    Tra l'altro c'è da considerare che Snape ha avuto la sorte che si è accanita contro di lui: dalla scena del pensatoio vediamo che l'inferno ce l'aveva a scuola e a casa, dato che per un bambino vedere il padre che picchia la madre non è il massimo per venir su normali.
    SPOILER (click to view)
    Inoltre, nel settimo, il piccolo Severus è il classico bambino trascurato: i vestiti che indossa che non sono neanche della sua taglia, e non può trattarsi dell'ignoranza dei maghi: è un mezzosangue e vive nella Londra babbana.
    Harry ha delle persone che lo proteggono e che gli vogliono bene, anche se non possono occuparsi di lui, Snape aveva un'amica con cui a quindici anni ha litigato e non si sono mai più parlati.
    Per quello che si vede, Snape la differenza tra bene e male la impara da solo e dopo errori drammatici, Harry ha qualcuno che gliela insgena.

    Riguardo al suo modo di insegnare: come insgenante fa schifo.
    Però tra uno che mi rende la vita un inferno ogni giorno perchè non gli piaccio e uno che mi rende la vita un inferno nelle sue lezioni, perchè odia mio padre (con ottimi motivi) e mi salva sistematicamente la vita anno dopo anno preferisco il secondo.
    Inoltre Harry ha tutto il resto della scuola a sostenerlo ed apprezzarlo, e le conseguenze degli abusi di Snape sono un'astio reciproco notevole. Credo che ne soffra di più Neville, che ha una scarsa autostima e Snape ci passa sopra con un carro armato ogni volta che può.
     
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    ~SARTA IMPERIALE~ concupitrice di orsacchiotti

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    Per quanto riguarda James e Piton: io parteggio per Piton.
    Come Arwen anche io ero vittima del bullismo, lo sono stata dall quarta elementare alle superiori.
    L'avere la stessa età non vuol dire niente: quando ti prendono per superiorità numerica e ti rendono la vita un inferno per sei giorni su sette, per anni, impari a tenere rancore per parecchio tempo, e non credo che potrò mai perdonare i miei compragni delle superiori: a quell'età non si è adulti, ma neanche bambini.
    Il "ma tanto erano ragazzi" è una delle frasi che più mi fa infuriare: essere vessati ogni santo giorno perchè "tanto erano ragazzi".
    Per me erano degli aguzzini, delle persone che ogni giorno mi hanno fatto detestare l'idea di uscire dal letto.
    Le cazzate che si fanno a quindici anni non sono l'umiliare una persona tutti i giorni perchè non ci piace, sono altre.
    Capisco e condivido il fatto che Snape detesti tutti i Malandrini. La scena del pensatoio è uno dei motivi per cui Sirius è sceso di moltissimo nella mia classifica dei personaggi preferiti.

    Tra l'altro c'è da considerare che Snape ha avuto la sorte che si è accanita contro di lui: dalla scena del pensatoio vediamo che l'inferno ce l'aveva a scuola e a casa, dato che per un bambino vedere il padre che picchia la madre non è il massimo per venir su normali.

    Inoltre, nel settimo, il piccolo Severus è il classico bambino trascurato: i vestiti che indossa che non sono neanche della sua taglia, e non può trattarsi dell'ignoranza dei maghi: è un mezzosangue e vive nella Londra babbana.
    Harry ha delle persone che lo proteggono e che gli vogliono bene, anche se non possono occuparsi di lui, Snape aveva un'amica con cui a quindici anni ha litigato e non si sono mai più parlati.
    Per quello che si vede, Snape la differenza tra bene e male la impara da solo e dopo errori drammatici, Harry ha qualcuno che gliela insgena.


    Riguardo al suo modo di insegnare: come insgenante fa schifo.
    Però tra uno che mi rende la vita un inferno ogni giorno perchè non gli piaccio e uno che mi rende la vita un inferno nelle sue lezioni, perchè odia mio padre (con ottimi motivi) e mi salva sistematicamente la vita anno dopo anno preferisco il secondo.
    Inoltre Harry ha tutto il resto della scuola a sostenerlo ed apprezzarlo, e le conseguenze degli abusi di Snape sono un'astio reciproco notevole. Credo che ne soffra di più Neville, che ha una scarsa autostima e Snape ci passa sopra con un carro armato ogni volta che può.

    analisi perfetta che collima perfettamente con il mio pensiero, Snape ha sbagliato , non è in dubbio questo, con Neville sopratutto che di sicuro non ha colpe di nulla e non ha neanche amici a difenderlo, anzi si può dire che per uno o due libri sia cosiderato dai suoi stessi compagni , un ritardato.
    Ma nei panni di Snape, io non mi sento di dire che avrei fatto diversamente, con Harry intendo, copia almeno fisicamente del padre.
    Snape non può sapere che egli è profondamente differente da James e proietta su di lui , gli anni di umiliazioni subiti e la perdita di una amica.
    Fra le altre cose persino Harry ci rimane male quando scopre che non è il fantomatico e terribile Snape a essere il cattivo , ma bensi suo padre e Sirius.
     
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  12. *ArwenUndomiel*
     
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    Snape non può sapere che egli è profondamente differente da James e proietta su di lui , gli anni di umiliazioni subiti e la perdita di una amica.
    Fra le altre cose persino Harry ci rimane male quando scopre che non è il fantomatico e terribile Snape a essere il cattivo , ma bensi suo padre e Sirius.

    Ti quoto in pieno, Raine.
    Parlando come una ragazza che ha vissuto sulla propria pelle anni di bullismo, compio lo stesso ragionamento e lo applico anche sulle persone che avevano deciso di rendermi ogni giorno delle elementari e delle medie un delizioso inferno. Delizioso per loro; a me rimaneva l'inferno.
    Non dimentichiamoci poi che è per colpa dei Malandrini che Snape quasi rischia la vita alla Stamberga Strillante; mi pare il minimo che non si dimentichi di una cosa simile e veda nel figlio di James gli stessi difetti e la stessa tracotanza. Si sta parlando degli anni più difficili della vita di ognuno, quelli della crescita, dove ci si confronta con il mondo e lo si affronta da soli; spesso quello che accade in quel periodo segna sempre profondamente una persona. Io stessa non crederò mai che i miei compagni di scuola di una volta possono essere cambiati; per me si tratterà sempre delle persone che mi hanno umiliato e insultato senza un motivo o per delle immense cavolate.

    Snape è stato maltrattato ben prima di divenire un insegnante di Hogwarts e credo che questo abbia influenzato negativamente le sue capacità di docente. Aggiungiamoci anche la famiglia che ha avuto e la perdita dell'unica amica mai avuta, Lily Evans e si ottiene un uomo complesso, pieno di ombre e ambiguo.
    E' proprio il come insegna che non ho mai accettato; la figura del professore è importante, sia positivamente che negativamente. Posso capire come sia Snape ma non lo giustifico: è troppo facile usare il proprio potere su ragazzi che non ne hanno e la scuola in Harry Potter è ben diversa dal nostro panorama attuale.

    Per quanto riguarda Harry, trovo che il suo percorso di maturazione trovi il giusto compimento nel settimo libro. Come personaggio, l'ho sempre più apprezzato che no anche se ammetto che a volte avrei voluto sapere usare l'ultima della care maledizioni senza perdono <_<

    SPOILER (click to view)
    Mentre invece, lungo tutta la narrazione di "Deathly Hallows" l'ho visto rendersi conto di chi è e di cosa possa fare e cosa no. Al momento di attuare il piano per entrare di nascoso al Ministero, è lui che si rende conto di quanto il progetto architettato con Ron ed Hermione sia avventato e anche semplicistico; ed è sempre Harry a comprendere, dopo due anni, che Sirius aveva sbagliato nel maltrattare Kreacher.
     
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    Fondamentalmente, Harry è un ragazzo con un carattere profondamente diverso da suo padre, nonostante l'aspetto sia simile, ha affrontato quello che anche Snape ha affrontanto da piccolo, una famiglia che lo maltrattava e non gli dava affetto, ma Snape non puo accettare questa cosa, accettarlo cmq significherebbe in parte simpatizzare per lui e questo non credo sia possibile dopo quello che i Malandrini ( 4 idioti allo sbaraglio <_< ) gli hanno fatto.

    Harry è un personaggio buono, per carità, ma essendo un adolescente in piena crisi ormonale, sballotato in situazioni che non può comprendere, spesso perchè nessuno gliele spiega per bene, (Secondo me sotto questo punto di vista Silente ha sbagliato, se avesse parlato chiaro , ci saremmo risparmiati alcune morti inutili e 3/4 dei casini abominevoli successi in questi 7 anni) non lo rende piu simpatico hai miei occhi, sono piu incline a simpatizzare per Snape, e ad odiare Sirius e James, che non a immedesimarmi nel protagonista. Credo che sia in primis un fatto di età, ormai l'adolescenza è passata e la trovo fastidiosa, e in seconda per le esperienza che ho vissuto.

    Snape è cmq un pessimo professore, non fà appassionare gli alunni alla sua materia ne li segue come un professore dovrebbe fare, probabilmente non è portato per questo lavoro, è troppo chiuso e scontroso per essere una persona dotatat del talendo necessario per poter insegnare <_<
     
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  14. *ArwenUndomiel*
     
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    Ho ponderato parecchio sull'utilità di aprire un topic apposito per ogni personaggio della saga di mamma Rowling ma mi sono detta che sarebbe troppo dispersivo; in più, è inevitabile che parlando di un solo personaggio in specifico, per descriverlo spesso ci si riferisca a come questo si rapporti agli altri.

    Perciò, mie perfide giacobine e Sacerdos ora ad esplorare la terra del Sol Levante, proseguiamo con la carrellata nel mondo in canon di Harry Potter.Naturalmente, se la nostra Eminenza Grigia, ovvero Bella, lo riterrà opportuno, creeremo un topic apposito per...

    Ronald Weasley

    C'è chi lo considera un degno secondo del protagonista; chi una "spalla" avventata quanto Harry e a volte infantile allo stesso identico modo.
    In realtà, è il primo vero amico che Harry si trova a fianco dopo aver scoperto di essere un mago; è Ron la persona con cui parla per la prima volta di Hogwarts,nonostante le "leggende metropolitane" imbastite dai gemelli Weasley rendano quelle conversazioni tra i due ragazzini decisamente esilaranti, col senno di poi. E' con Ron che Harry può condividere qualcosa come si farebbe tra amici; ovvero palate di Cioccorane e Gelatine Tuttigusi+1; non so voi ma quelle due frasi nel primo libro mi colpirono molto, perché denotavano molto bene come Harry si era sentito prima di quel momento.

    Ron insomma, è sempre presente nei momenti più importanti di Harry e non parlo solo dello stargli a fianco nella lotta contro Voldemort; la casa della numerosa, povera ma felice famiglia Weasley, è la casa che Harry ama di più proprio per l'atmosfera che lì si respira.

    Il penultimo dei figli Weasley, come tutti in famiglia, è dotato di capelli rossi, lentiggini; ha un naso lungo, è dinoccolato e goffo come molti adolescenti quando iniziano a crescere. Sono bel lontani i fasti del fanon più fanon ma comunque, come tutti i personaggi giovani della Row, anche Ron cresce e matura nel corso dei sette libri.
    Il carattere di questo ragazzo è decisamente forte e spesso incline a dire le cose senza pensarle, sia che siano buone o cattive; essendo l'ultimo maschio di una serie di ragazzi che è passata, o sta passando per Hogwatrs con risultati brillanti, ha una fortissima sete di rivalsa; per questo il ruolo di "secondo del Prescelto" a volte gli va stretto. Tale insofferenza a volte sfocia in veri e propri litigi con Harry e sono necessari per distaccare Ron dall'ombra del suo miglior amico e renderlo un individuo a sé, con pregi e difetti.

    Ron è la lealtà, l'amicizia vera che vince anche su se stessi e sulle invidie, i sospetti e le gelosie.
    Spassoso, e a volte tragicomico è il suo rapporto con Hermione, che risente dell'infantilità di Ron e dell'essere vissuto a contatto con cinque fratelli e una sorellina che per lui è "sorellina"; ovvero, quasi un genere a sé. Ci vorrà un bel pezzo, e una certa parolina, "Ronron", perché questo benedetto ragazzo inizi a capire qualcosa dell'universo femminile...

    SPOILER (click to view)
    E un certo regalo da parte di Fred e George..."Twelve Fail-Safe ways to charm Witches"...
     
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    ~SARTA IMPERIALE~ concupitrice di orsacchiotti

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    conviene aprire una sezione diversa per ogni pg secondo me ;)
     
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